Hai mai vissuto in un borgo per un periodo più lungo di un fine settimana? Molti dicono che non potrebbero vivere così isolati perché c'è troppo silenzio e non ci sono persone: si sentono soli.
Mi sono interrogato su questa frase che sento pronunciare da così tante persone che ad un certo punto ho pensato anche essere vera. Ma la solitudine cos'è esattamente? Forse è questo il motivo per cui i borghi stanno lentamente morendo: le persone si sentono sole e lasciano luoghi in cui si sentono isolati. Forse non è una questione di economia ma di sentimenti.
Vivo in un borgo di 2000 abitanti, e a volte mi sembrano anche troppi, ma non ho l'indole da eremita. Ci vivo da 5 anni ormai, dopo essermi trasferito dalla grande capitale economica d'Italia, Milano. Una città che pullula di idee, di persone, di etnie, di progetti, di attività, di ristoranti e locali dove trovarsi per divertimento, lavoro, sesso e droga.
A Milano c'è proprio tutto quello che cerchi e anche quello che non cerchi. Impossibile sentirsi soli. La Metro è così affollata che il contatto fisico è inevitabile come se la città ti abbracciasse, i negozi sono sempre pieni e viviamo in palazzi sul modello del famoso architetto Ant-onio Formìca (umorismo da borgo) talmente vicini che sentiamo il vicino russare o sospirare durante i suoi amplessi proprio come in un formicaio.
Starai pensando che siano luoghi comuni ma voglio dirti che mi sono sentito solo anche nel borgo che amo, per motivi diversi e per vicende diverse che non serve affrontare in questo articolo.
Possiamo definire la solitudine?
Mi sento solo perché non ci sono persone intorno a me: si risolve facilmente basta andare sabato pomeriggio all'Ikea o in centro e lasciarsi cullare dalle onde di folla. Ma è questa la non-solitudine?
Per strada non ci sono persone nel borgo: la presenza di persone a volte è fastidiosa in città come in un borgo dove alle 2 di notte magari due "ragazzotti" passano con il motorino "smarmittato" facendoti saltare sul letto e alle 5 di mattina del sabato ci sono quelli ubriachi che tornano dalla discoteca. Anche nel borgo i rumori non mancano.
Non ho nessuno con cui parlare: i negozianti sono i migliori/peggiori psicoterapeuti, lo dico da ex negoziante e con tutto l'affetto per questa categoria che deve "subire" il flusso di pensieri di chiunque non abbia più amici e parenti da tormentare.
Ma anche nel borgo, come in città non trovi sempre il giusto interlocutore.
In città mi sentivo solo, la peggior solitudine, quella che ti fa prendere il telefono e non sapere chi chiamare per fare due chiacchiere. Mi sentivo solo in mezzo ad altre persone sole come me.
Quindi la solitudine è un sentimento che non dipende dalla presenza di altre persone o dal luogo in cui vivo.
Ti starai domando se nel borgo ho risolto il problema della solitudine.
Nel borgo molti cercano la solitudine, non l'isolamento. Ecco perché nel borgo ho trovato quello che cercavo: un posto di pace e tranquillità.
All'inizio ho trovato la solitudine, ovvero quella sensazione di non avere persone intorno a me care. Le vicende personali di salute di questi anni mi hanno fatto isolare ancora di più.
Sembra una storia triste ma ha un lieto fine: sono riuscito da qualche settimana a definire una nuova dimensione di comprensione della solitudine.
Ho compreso quanto sia importante la solitudine in un mondo colmo di iperstimolazioni ma povero di ascolto.
Ci sentiamo soli quando ci manca il CONFRONTO, elemento essenziale per il nostro animo e per tenere allenato il cervello.
Ci sentiamo soli, non quando viviamo in un borgo, ma quando non sappiamo usare l'ascolto interiore, l'ascolto della nostra voce interna. Quella che abbiamo smesso di ascoltare quando i social ci hanno riempito della vita di TUTTI gli altri del mondo.
Ci sentiamo soli perché siamo soli. Forse è stata questa la molla inconscia che ha creato la scintilla di Villaggio Saggio: il mutuo aiuto, la condivisione, il confronto... dove erano finite.
Il Borgo fa per me?
Il borgo è dentro di te, se vuoi e se ti impegni. Il borgo è quel luogo dove stare bene, trovare pace e serenità, rallentare e ascoltare.
Ho capito in queste settimane che stavo cercando la mia SOLITUDINE CREATIVA quella che mi fa pensare, scrivere, leggere, riflettere, disegnare e scolpire. Quella che ho sempre temuto fosse isolamento e invece era valore.
Vivo in un borgo medievale collegato con la fibra, servito da segnali satellitari ed a pochi passi dalla città. Ho scelto questo borgo perché me ne sono innamorato.
Oggi lo scelgo perché mi ha fatto capire che è importante trovare il proprio equilibrio e SCEGLIERE di avere un CONFRONTO con chiunque nel mondo sia all'altezza dei miei pensieri e delle mie emozioni.
La solitudine?
Ennesima parola che oggi ci porta sola ad essere parte attiva della società dei consumi nella quale ci stiamo consumando.
Scegli la tua solitudine creativa per ascoltare il tuo IO
Scegli un borgo, se ti piace, o una città ma scegli di trovare il tuo centro.
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