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Economia circolare nel borgo

  • Simona Marchesi

Economia Circolare Locale, i valori che ci accompagnano alla riscoperta dell'Uomo e le sue capacità

Abbiamo forse dimenticato il reale significato di economia?

Denaro si, ma non da solo… tempo, risorse (terre, materie prime, energie naturali, impianti) e forze.. le nostre.. insieme, che in un’ armonica proporzione delle parti (tra loro e col tutto) contribuiscono alla creazione dell’opera, mirando ad ottenere il massimo vantaggio a parità di dispendio o lo stesso risultato col minimo dispendio; che sia in una regione, in uno stato, in un continente o nel mondo intero.

[dal latino oeconomia <<dimora+nomia>> (propriamente <<amministrazione della casa>>)]


Con la venuta della globalizzazione, si è sempre più perso quello che veramente fa funzionare un’economia.


La corsa all’oro è terminata, come anche l’oro stesso, e diamo valore alle banconote come se lo avessero. In realtà oggi è solo carta stampata o leghe di metalli poveri.

Il vero valore, tra l'altro illimitato, siamo noi, la nostra passione, il nostro tempo, la bellezza dello stare insieme, sentirsi in tanti uno.

Troppo facile ridursi al seguire le leggi del mercato, la domanda e l’offerta, i conti che tornano o non tornano, passivo e attivo, io ti devo tu mi devi.. all’ interno di un’economia locale questo non funziona.


Demoliamo tutti quei concetti tecnici di:


economie individualistiche, liberali o di mercato, basate sul rispetto della libera iniziativa individuale, nella quale è a prevalere la legge della domanda e dell’offerta


ormai decisa dalle multinazionali in base al nuovo prodotto offerto dalle pubblicità, grazie al "collezionamento" di dati che ci riguardano; prodotti che rasentano le necessità e ci tengono in costante upgrade col mondo, che va avanti senza di noi se non acquistiamo il prodotto più all’avanguardia.


economie collettiviste, in cui l’interesse della collettività è inteso come superiore a quello degli individui


le quali non danno più voce ai cittadini, che devono uniformarsi a scelte, che per intrinseca diversità dell’essere umano, non corrispondono ugualmente a tutti.


economie socialiste, o nazionalizzate dette anche economie pianificate, in cui gli investimenti, la produzione e l'allocazione dei beni capitali avvengono secondo piani economici e di produzione


che non prevedono la libera iniziativa privata se non in parte minima.


economie controllate ( o dirette di intervento o programmate) in cui l’iniziativa individuale è regolata dal controllo dello stato o da un programma statale.



Ora più che mai dobbiamo essere consapevoli che la nostra opinione conta e che possiamo agire per cambiare la nostra vita.

Fortunatamente dall’ economia passiva o distruttiva, quella, prevalente tra le popolazioni primitive, che si limita a consumare i prodotti offerti dall’ambiente naturale (mediante caccia, pesca, raccolta dei frutti, ecc..) stiamo evolvendo verso un’ economia attiva o conservativa o produttiva, propria dei popoli civili , che invece provvede a conservare le possibilità produttive della natura o ad aumentarle.


Siamo ancora concentrati nella spasmodica ricerca di compiacimento dei nostri desideri e perdiamo di vista il quadro d'insieme che ci circonda, delegando, tutti i giorni con noncuranza, alle autorità preposte le decisioni più importanti, per rigenerare il pianeta dove viviamo e le risorse di cui tutti noi usufruiamo.


Davvero la direzione che sta prendendo l’economia ci piace e ci rappresenta?

Sono convinta che coesi, partecipando attivamente alla creazione di un’ economia meglio organizzata, potremmo ottenere più risultati, volti a migliorare la qualità della vita, soprattutto a livello sociale.



L’economia non è solo un “giro monetario”, tantomeno deve essere considerata in questa maniera all’ interno di realtà non aziendali. L’economia è tempo, è risorse, è collettivo, per questo oggi parliamo di economia circolare locale.

Quell’ economia che è possibile scegliere per la nostra casa, per il posto dove siamo nati o dove abbiamo scelto di vivere, ogni giorno delle nostre vite e dove vogliamo che i nostri figli (il nostro futuro) crescano.


È Utopia? No, è economia locale. Affinché possa mirare ad ottenere il massimo vantaggio a parità di dispendio o lo stesso risultato col minimo dispendio deve necessariamente essere circolare.


Circolare perché prende la forma di un cerchio, senza un reale inizio o fine, con un concatenarsi di benefiche influenze, in qualsiasi settore economico interessi il locale. Un ingranaggio in continuo movimento capace di intersecare ogni attività con le altre.


I grandi cambiamenti non avvengono pigiando un interruttore, come per magia. Occorre una sinergia e una visione comune che metta insieme tutte le nostre energie e talenti per dare vita a qualcosa di concreto e che dia un vantaggio alla comunità nel suo insieme e non al singolo individuo.


Perché non iniziare a conoscere chi ci sta intorno?


E’ molto probabile che parlando tra noi troveremo dei disagi in comune, legati al territorio nel quale viviamo. Cercare una o più soluzioni ai problemi che sussistono nel nostro palazzo, nella nostra via, nel nostro quartiere, frazione, Comune (magari un giorno anche città), ascoltando tutti, ci porterà a raggiungere insieme un obiettivo comune.

Fare economia in gruppo è costruttivo e stimolante, non necessariamente ci si deve concentrare su un solo bisogno, ma col reciproco aiuto se ne possono soddisfare diversi, non dovremo più lamentarci di quello che non c’è o che non funziona, perché insieme lo creiamo o lo facciamo funzionare a seconda delle esigenze del collettivo.


Invece di spendere ognuno per un servizio che non ci risulta soddisfacente, convertite la stessa spesa per progettare una soluzione alternativa, finanziando a livello locale quella cosa che funziona e risponde ad un bisogno reale.

Insieme la probabilità di trovare un’idea che funzioni è maggiore, partendo sempre dalle piccole cose, gettando le basi di una comunità solidale per poi puntare al futuro.


Sono l’amore e il rispetto che generano l’esigenza di un'economia circolare locale che ci rispecchi, basata sul mutuo aiuto, la solidarietà e l’azione reciproca; anche al di fuori di Ecovillaggi o comunità rurali questo è possibile, certo in ambienti così naturali viene automatico pensare al bene collettivo, ma siamo noi che lo rendiamo possibile.


Parliamo di mobilità sostenibile, autoproduzione alimentare, scuole non istituzionali e convenzionali, recupero e riparazioni delle merci, condivisione di un bene collettivo di cui tutta la comunità ne possa usufruire (riducendo i costi che ogni singolo altrimenti dovrebbe affrontare per averne uno proprio), fino ad arrivare anche a progetti più ambiziosi di autosussistenza energetica.


Facendo una ricerca su Internet con il termine “economia circolare” trovo definizioni che riguardano il cerchio della produzione di rifiuti e il suo reinserimento in una catena di riciclaggio, quando invece questa è economia del riciclo. Produrre quantità innumerevoli di rifiuti anche se poi questi vengono riciclati è contrario alla definizione di economia a me tanto cara, dovremmo produrre meno rifiuti non dare fondi a chi ne produce tonnellate e successivamente li ricicla.


Economia circolare locale è anche questo riuso dei rifiuti, creazioni di botteghe perché no di lavorazione del vetro, dei ferri, dei legni per creare prodotti di interesse locale. E i rifiuti organici tanto odiati perché "puzzano" sono ottimo compostaggio, per arricchire il nostro orto e renderlo rigoglioso anziché comprare fertilizzanti.


Molte realtà stanno iniziando a costruire il proprio futuro partendo dalle necessità basilari, vi riporto l’esempio di Tribiano, un comune in provincia di Milano; grazie al blog di Villaggio Saggio potrete leggere un bellissimo articolo di come trasformare con meccanismi semplici la quotidianità di un luogo per il bene della sua comunità.


Recentemente si parla spesso di borghi, grazie anche alla campagna di fondi messi a disposizione di questi luoghi, che fanno parte della storia del nostro Paese e che soffrono lo spopolamento e la carenza di attività economica al loro interno.

E’ proprio il vantaggio di avere carta bianca in questi luoghi, dove per struttura c’è vicinanza nella popolazione che la vive, che rende forse più immediata la transizione in un'economia circolare locale.

Il progetto di Villaggio Saggio è quello di ridare forma ai borghi, che possano essere tra loro rete di esempi virtuosi di benessere locale.

Inoltre la bellezza del borgo che attrae persone da ogni dove, può avvicinare molti curiosi a capire le dinamiche di un sistema che funziona e che può essere applicato ovunque.



Ogni cittadino presente sul territorio ha il diritto di sentirsi parte di quel territorio.


Conoscetevi, parlate, fate car sharing, fate attività insieme ai bimbi, fate giocare insieme i vostri cani, create corsi per insegnarvi qualcosa reciprocamente (qualcuno avrà anche una passione, un hobby da condividere con gli altri), create eventi che vi riuniscano, che siano occasione per suonare o ascoltare musica insieme, leggere, cucire oppure fate babysitting reciproco…

per es. tanti anziani sarebbero solo contenti di avere compagnia e risolverete tutti i problemi di dover chiamare all’ultimo la tata che abita a 20 km di distanza da voi (con un notevole risparmio, ricambiando magari facendo la spesa anche per loro mentre siete al supermercato).


Scriveteci nei commenti all’articolo, se siete riusciti a realizzare almeno uno di questi progetti e rendeteci partecipi dei vostri successi ma anche dei fallimenti.


Abbiate grandi idee ma soprattutto fidatevi dei vostri simili, siamo tutti sulla “stessa barca” e se remiamo tutti insieme in una direzione la raggiungeremo perché non siamo semplici agenti economici ma siamo noi stessi l’economia.



Box Autrice

Simona Marchesi​

Conseguo il diploma di Ragioneria nel 2014. Dopo cinque anni di lavoro subordinato, in vari settori, chiudo alle mie spalle la porta del conformismo lavorativo per partire verso nuovi orizzonti. In tre anni, viaggiando per l’Europa come lavoratrice stagionale in agricoltura, lascio che la natura torni a ispirare la mia vita; cercando di riconnettere alla mia mente il mio corpo. Scrittura, lettura, disegno, progettazione, costruzione e comunicazione sono la mia passione, lo studio e la tanta curiosità mi aiutano a tenermi sempre attiva sul fronte. Villaggio Saggio mi da l’opportunità di confrontarmi con un pubblico Saggio, osservarne le reazioni, discutere insieme argomenti da diversi punti di vista e crescere, grazie al rapporto con una comunità ancora più grande (per la prima volta per me, digitale). Sarà un’ ardua sfida, forse la più grande, quella di creare insieme a voi una community.






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